Quando arrivò a casa ci chiese se volevamo comprare un “bagno”,
la Mara gli urlò subito di lasciare perdere: lei il mare lo odiava.
La sera stessa aveva firmato il contratto.
Il Taccola quel pezzo di spiaggia lo amò subito, anche perché gli era stato concesso in una tale serie di rate a non finire, che alla Mara sentì il polso dopo aver firmato tutta la pila delle cambiali .
Un tratto di mare desolato, cabine fatiscenti, una casetta umida e crepata, nessuna comodità, ombrelloni rattoppati di ogni foggia e colore, ghiaia al posto dei pavimenti.
Per noi che arrivavamo un po’ superbi dalla più famosa Viareggio,rappresentò la vera desolazione.
La Mara risentì di quell’indebitamento per tutta la vita, ma il Taccola non passava giorno a declamare che nessun luogo al mondo era più bello di quello…anche se dormivamo in quattro stipati in una mezza cameretta.
Ancora oggi me lo rivedo in fondo alla battigia con la sua canottiera sbrindellata e sbiadita dal sole, le espadrillas inzuppate d’acqua di mare, è orgoglioso e fiero, brontola i bagnanti che sognano le vacanza in Sardegna e vuole convincere tutti che è proprio lì al Biancamano che vale la pena di trascorrere l’estate.
Il battibecco coinvolge tutti, chi tifa per il Taccola, chi per mete lontane.
Ed ogni momento sulla nostra spiaggia è così,un’umanità varia e colorata di cui ognuno conosce fatti e misfatti, ma proprio per questo il Biancamano c’è, ed è il luogo dei nostri ricordi.
Ti rivedo ancora oggi, caro Taccola uomo di salsedine, un pugno di sabbia in mano ti basta, è la tua felicità .
Non c’è pensiero,non c’è paura,solo l’onda del mare che ti giunge ai piedi ….ed è pura bellezza….. |